Decadentismo
Il Decadentismo ebbe origine in Francia e si sviluppò in Europa tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento.
Trova un corrispettivo nella corrente artistico-architettonica che prese nomi diversi a seconda del paese in cui fiorì: Liberty in Italia, Art Nouveau in Francia, Jugendstil in Germania.
E’ l’atteggiamento e l’espressione del malessere del vivere sociale, nello spirito e nel gusto rivelatosi in un primo momento nella letteratura, poi nelle arti e nel costume, rappresenta una reazione decisa agli aspetti ideologici, morali e letterari del Positivismo
Incarna l’esasperazione di una delle due tendenze del Romanticismo, quella rivolta alla contemplazione di un mondo di mistero e di sogno, all’espressione di un soggettivismo estremo, mentre il realismo e il verismo ne avevano sviluppato la tendenza oggettiva.
Si caratterizza per la visione estetizzante della vita, dall’esplorazione di zone ignote della sensibilità, dalla scoperta del subcosciente, da un’arte chiamata ad esprimersi con forme nuove ed irrazionali.
Il termine “decadente” ebbe, in origine, un senso negativo; fu infatti rivolto contro alcuni poeti che esprimevano lo smarrimento delle coscienze e la crisi di valori di fine Ottocento, sconvolto dalla rivoluzione industriale, dai conflitti di classe, da un progressivo scatenarsi degli imperialismi, dal decadere dei più nobili ideali romantici. Questi poeti avvertirono il fallimento del sogno più ambizioso del Positivismo: la persuasione che la scienza, distruggendo le “superstizioni” religiose, sarebbe riuscita a dare una spiegazione razionale ed esauriente del mistero della vita e avrebbe posto i fondamenti di una migliore convivenza degli uomini.
Costoro fecero della definizione una polemica insegna di lotta, non si offesero per questo appellativo, anzi se ne impadronirono e lo usarono, per ostentazione, come vessillo di battaglia, nel titolo di una rivista “Le Dècadent”, appunto, uscita nell’aprile del 1886 per iniziativa di Anatole Baju, in cui si gettavano, di fatto, i fondamenti di una nuova visione del mondo e di una nuova realtà, prendendo coscienza di vivere un'età di trasformazioni e di trapasso, sentendosi, insomma gli scrittori della crisi, ed avvertendo che il loro compito non era quello di proporre nuove certezze, ma quanto di approfondire i termini esistenziali di questa crisi sul piano conoscitivo.
Il Decadentismo fu, prima di tutto, uno stato d’animo di perplessità smarrita, un sentimento di crisi esistenziale, che si è venuto progressivamente approfondendo nella prima metà del nostro secolo, travagliata da tragiche esperienze di guerre, dittature, rivoluzioni, e anche da scoperte scientifiche sconvolgenti.
Due sono gli aspetti fondamentali della spiritualità decadentista: il sentimento della realtà come mistero e la scoperta di una nuova dimensione nello spirito umano, quella cioè, dell’inconscio, dell’istinto, concepita come anteriore e sostanzialmente superiore alla razionalità.
La nuova spiritualità si riallaccia a due motivi essenziali del Romanticismo: il sentimento ossessivo del mistero e l’irrazionalismo. La ragione è decisamente ripudiata non più in nome del sentimento, ma del disfrenarsi delle forze oscure del subcosciente.
In riferimento alla componente irrazionale del comportamento umano, Henri Bergson concepì il tempo non come unità di misura dello scorrere dei fatti ma come dimensione soggettiva e psichica, e Friedrich Nietzsche diede risalto a quanto vi è di cieco, irrazionale, animale nel comportamento umano.
Questa visione del mondo produce nell’arte una rivoluzione radicale, nel contenuto e nelle forme, che potremmo riassumere nei termini di simbolismo e misticismo estetico.
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