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Il Decadentismo in Europa


     I primi decadenti francesi (ricordiamo Charles Baudelaire, Paul Verlaine, Arthur Rimbaud, incarnazione del “poeta maledetto” che tradusse nelle sue forme più estreme l’opposizione alla società circostante, Stephane Mallarmè) iniziano la discesa nei gorghi profondi e inesplorati della psiche umana e svalutano la realtà oggettiva, dissolvendola nelle intuizioni immediate o rivelazioni dell’inconscio.

Un’opera in particolare aveva suscitato grande scandalo in Francia a metà Ottocento: “I fiori del male” di Charles Baudelaire.

     È una rivolta antirealistica, che rifiuta gli aspetti oggettivi e quotidiani dell’esistenza; nello stesso tempo esalta l’io soggettivo, creatore, nell’arte, di quelle evasioni, di quei paradisi artificiali che ci consentono di sfuggire alla miseria della condizione umana, e celebra l’abbandono alla suggestione dei sensi all’istinto.

     Per quanto riguarda il vasto e complesso panorama della letteratura straniera dei primi decenni del Novecento emerge, per l’ambito culturale a cui appartiene, per la particolarità dei temi trattati e per l’originalità delle sue creazioni allusive e simboliche, l’opera di Kafka, testimonianza tra le più sofferte della condizione esistenziale di solitudine e di angoscia dell’uomo moderno.

     Nell’analisi della letteratura in lingua inglese occorre soffermarsi invece sull’opera di Joyce, che ha avuto un ruolo rivoluzionario nella letteratura novecentesca, diventando il simbolo del romanzo del Novecento per l’adozione di nuove tecniche di racconto capaci di portare alla luce i meandri più oscuri delle coscienze e di dar voce alla complessa e caotica realtà del mondo interiore.



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